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L’arte del “rispecchiamento”

Pedagogia Olistica: L’arte del “rispecchiamento”
nella relazione adulto-bambino interiore

Il bambino è l’essere più facilmente manipolabile sulla terra. La manipolazione più incisiva proviene dalla madre. La madre segna sul proprio figlio ferite, comportamenti, modalità reattive e imprime un modello che rimarrà addosso al bambino per tutta la vita.

Tutto questo avviene in automatico e, nella maggioranza dei casi, senza che ci sia consapevolezza ne’ tanto meno intenzione. l’Anima del bambino sceglie di incarnarsi in una certa famiglia per affrontare le sue prove evolutive e, in quest’ottica, tutto quello che “succede” al bambino ha un senso. Inoltre il genitore dovrebbe aver fatto un sostanziale lavoro su di sé prima di concepire il figlio e ciò che reciprocamente si sceglie (l’Anima del
bambino e l’Anima del genitore) è perfetto per il compito evolutivo di entrambi.

Si cresce insieme, si cresce attraverso, si impara da nostro figlio. Nostro figlio è il nostro fedele specchio, lo specchio del nostro bambino interiore. Quando una donna diventa Madre attraversa un’espansione di coscienza unica nella sua vita che porta ad uno stravolgimento del proprio modo di vivere, pensare, agire; in pratica non è più la stessa, è migliore.

Questo però avviene se la madre riesce a cogliere l’immensa opportunità che il figlio le dona: il dialogo con il suo bambino interiore. Se non c’è questa presa di coscienza, se manca un lavoro interiore profondo, magari sotto la guida di una persona competente, sul figlio ricadono le ombre della madre e non solo quelle. Infatti, il figlio percepisce e sente tutto il detto e il non detto, anzi soprattutto quest’ultimo.

La vibrazione che la madre vive, passa in automatico sul figlio sia in tenera età che durante l’intera esistenza. Tutto questo è vero anche per il padre che però ha un coinvolgimento meno profondo con il figlio soprattutto nei primi anni di vita.

E’ importante riflettere sul fatto che l’attaccamento che la madre ed il padre sentono nei confronti del loro figlio, riflette quella che essi hanno nei confronti del proprio bambino interiore, sul quale inevitabilmente ricadono tutte le proiezioni. Questo significa che non si può essere veramente obbiettivi per quanto riguarda il benessere di nostro figlio, al contrario pur pensando di fargli del bene spesso gli facciamo male, talvolta il bambino
diventa addirittura il cestino della nostra spazzatura interiore.

Che fare dunque? Niente è andato perso, possiamo sempre recuperare tutto. Non esiste niente di “sbagliato”, nessun “danno” irreparabile e soprattutto, non dobbiamo cedere ai sensi di colpa che produrrebbero effetti negativi e una spirale di basse vibrazioni. Anzi, i genitori hanno una grande opportunità: quella di interrompere la catena di sofferenza che si portano addosso dai loro genitori, nonni, bisnonni e sciogliere i legami negativi.

La dipendenza dal bisogno di attenzione, riconoscimento, amore crea un legame negativo perché illusorio: nessuno fuori da te può darti Amore. Nessuna persona esterna, sia essa il partner, un figlio, un terapeuta, un collega o un amico può nutrire veramente i tuoi bisogni.

Solo tu, l’adulto che sei diventato, lo puoi fare. Perché tu, malgrado tutte le difficoltà che hai vissuto sei diventato un adulto, sei “grande”. Adesso è il momento che tu ti assuma la responsabilità del bambino che vive dentro di te. Probabilmente non lo hai mai incontrato, visto veramente. Tutto ciò che il tuo bambino interiore ti chiede è di guardarlo, ascoltarlo, sentirlo, dargli quell’attenzione che non ha mai ricevuto, quella qualità emotiva, quell’amore incondizionato così raro da trovare nelle vecchie generazioni.

Tu, genitore di oggi sei nuovo, nel senso che stai attraversando due mondi; stai passando dal vecchio ad una visione totalmente diversa che serve a liberare Te, i tuoi genitori, i tuoi avi e i tuoi figli e…che potrà liberare i tuoi nipoti. Tu hai un ruolo cruciale in questo processo, tu puoi trasformare la tua ferita in risorsa!

Puoi lasciare che il tuo bambino interiore esprima tutta la sua sofferenza fino in fondo, in un contesto protetto e con una persona di fiducia, e per la prima volta in vita tua, puoi perdonare per davvero. Interrompere la catena di sofferenza intergenerazionale significa assumersi la responsabilità di ciò che la tua Anima ha scelto e creato per evolvere e quindi smettere di incolpare l’altro, per qualcosa di cui nemmeno lui ha colpa.

Questo processo consiste essenzialmente 5 fasi:
1. Individuare la ferita.
2. Dialogare con la persona che “l’ha causata”.
3. Liberare tutta la rabbia, la disperazione e l’angoscia causata dalla ferita.
4. Dialogare con il proprio bambino interiore promettendogli che da ora in poi
diventerete la sua madre e il suo padre ovvero la madre e il padre di voi stessi,
lasciando andare tutto ciò che è stato e rimboccandovi le maniche per ciò che c’è
bisogno di fare, cioè:
5. nutrirlo, nutrirlo e nutrirlo ancora.

I modi per interrompere la catena di sofferenza sono tanti, dal Respiro Circolare alle passeggiate nella natura, dall’affrontare fino in fondo ciò che ci fa paura, al praticare la meditazione. Comunque ciò che più conta è diventare gentili e teneri con noi stessi, senza giudizio o critica interiore, imparando a sbarazzarci dal profondo senso di inadeguatezza e colpa, “allenando” la nostra attenzione all’Amore verso gli altri (che ci viene meglio e prima che per noi stessi), cioè all’apertura del cuore, alla generosità, al donarsi. Aprendoci quindi con fiducia all’Amore vero, sentiremo questo Amore anche per il nostro bambino interiore, e di conseguenza quasi per magia nostro figlio non avrà più nessun
“problema”.

Gruppo di crescita personale sulla genitorialità “In viaggio con mio figlio” cadenza mensile.
Info al 3471946792
Dott.ssa Elisabetta Torrini
Pedagogista e Counselor Olistico Supervisor,
Iscritta a UNI-PRO con codice n. PC16A0064TO
Professionista disciplinata dalle legge 4/2013,
Ideatrice del Respiro Evolutivo®
Direttrice della Scuola di Formazione per Operatori e Counselor Olistici
Il volo della Libellula e Presidente dell’omonima Associazione Culturale